Serravalle di Chienti

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L’origine di Serravalle di Chienti è legata all’unione di tre nuclei sorti nelle vicinanze dei castelli di Serravalle di Tufo e di Serramula. Il paese appare a chi si appresta a valicare l’Appennino Umbro-Marchigiano risalendo il corso del fiume Chienti. Il centro abitato, adagiato lungo l’asse viario della S.S. 77 “Val di Chienti”, è sovrastato dalla Rocca di Percanestro  insieme a tracce di mura perimetrali che, a giudicare dalla loro estensione, danno l’idea di un castello, che fu la poderosa Fortezza dei Varano. Il paese occupa una porzione di territorio tra le catene dei monti, dominate a sud dal massiccio del Monte Prefoglio (m. 1322 s.l.m.) e a nord da quello del Monte Maggio (m. 1236 s.l.m.).  La vista incantevole dei tetti in cotto completa l’insieme. Nel piano di Serravalle sono sparsi qua e là, sui dolci rilievi e nei valloni, numerosi borghi e paesini, mentre l’intero territorio del comune è disseminato da numerosissime fonti naturali utilizzate fin dall’antichità per l’abbeveramento del bestiame da pascolo, oggi anche mete di possibili itinerari per escursioni a piedi, a cavallo, o in mountain bike.

Durante l’età comunale Serravalle diventa una fortezza strategicamente importante per Camerino, in quanto situata all’incrocio delle zone d’influenza dei comuni di Nocera, Spoleto e, soprattutto, Foligno. I tre castelli di Serramula, Tufo e Serravalle, sorti tra il XII e gli inizi del XIII secolo, entrano a far parte del sistema difensivo dello stato camerte nel 1240 in seguito alla donazione da parte del cardinale Fieschi (futuro papa Innocenzo IV), in piena guerra tra guelfi e ghibellini. In particolare la fortezza di Serravalle, i cui resti sono visibili nella frazione Castello, era stata realizzata a sbarramento della strada e, attraverso due porte fortificate, esercitava l’imposizione di un pedaggio per merci e viandanti. Numerosi sono gli episodi storici legati alla fortezza camerte nel passaggio di truppe per tutto il XIV e XV secolo. Il castello di Serravalle, l’unico di cui ancora si possono ammirare le vestigia, era costituito da un perimetro esterno a forma di quadrilatero irregolare dominato da 5 torri, di cui 3 allineate sul lato orientale della strada che da Castello saliva verso l’altopiano. Una di queste si conserva ancora in alzato dopo un intervento di restauro moderno. Agli inizi del ‘500 il luogo è importante stazione di sosta lungo la Via Lauretana, come testimoniano le numerose edicole votive della Madonna di Loreto sorte lungo il percorso e l’Ospedaletto dei Pellegrini, situato al centro del paese, di cui restano la facciata due-trecentesca, con porta ad arco acuto e caratteristica “porta del morto” a lato e le tracce di un affresco di Madonna con Bambino. Insieme alle costruzioni adiacenti, l’edificio costituiva un importante complesso per il ricovero dei pellegrini i cui beni alla metà del ‘500 furono annessi a quelli dell’ospedale di Camerino. La Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia, di origine duecentesca, è ad unica navata e d’impianto monastico con tracce visibili ancora nella sagrestia. Ha subìto molti rimaneggiamenti nel corso dei secoli e conserva affreschi del Vecchio e Nuovo Testamento tra cui quelli seicenteschi della volta di sapore michelangiolesco con Profeti e Sibille di Simone De Magistris. Nei pressi del palazzo comunale, infine, è il Laboratorio Paleontologico allestito dall’Università di Camerino con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, dove sono esposti i reperti fossili provenienti dai siti di Colle Curti e Cesi. Altri interessanti monumenti da visitare: Abbazia camaldolese, la Basilica di Plestia, la Botte Varano, la Casa-bottega, il Castello di Elci, la Chiesa “Madonna del Sasso”, il Castello Dignano, l’Ex convento di Brogliano, l’Ospizio dei Pellegrini, il Magazzino del Grano, il Palazzo Comunale, il Palazzo del Comune Vecchio, Piazza Federici e la Rocca di Percanestro.