Rilancio aree di crisi

ministero dello sviluppo eco

Definizioni: Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), in concertazione con le Regioni, individua due tipologie di aree di crisi industriale:

1) Aree in crisi industriale complessa:  specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale (crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto e/o grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione sul territorio), non risolvibili con risorse e strumenti di sola competenza regionale. Sono attualmente aree di crisi industriale complessa le seguenti: Murgia, Campania, Anagni-Fiuggi, A. Merloni, Rieti, Piombino, Livorno, Trieste, Termini Imerese, Gela, Taranto, Venafro-Campochiaro-Bojano, Val Vibrata-Valle del Tronto, Provincia di Savona, Terni-Narni, Frosinone, Polo industriale di Porto Vesme, Porto Torres [1].

2) Aree in crisi industriale non complessa: Aree di crisi industriali diverse da quelle complesse che presentano, comunque, impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull’occupazione. Il MISE disciplina le condizioni e le modalità per l’attuazione degli interventi per le situazioni di crisi industriale non complessa che presentano, comunque, impatto significativo sullo sviluppo e l’occupazione nei territori interessati. Il MISE, accertata la regolarità formale delle proposte trasmesse dalle Regioni, pubblica l’elenco nazionale dei territori candidati alle agevolazioni e definisce i termini per la presentazione delle domande di agevolazione.

Finalità
Sostegno alle imprese e all’occupazione nelle zone in difficoltà economica con un’azione congiunta tra Amministrazioni centrali e Regioni, mediante la stipula di appositi Accordi di Programma di adozione dei PRRI (Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale), che, anche mediante cofinanziamento regionale e con l’utilizzo di tutti i regimi d’aiuto disponibili per cui ricorrano i presupposti, perseguono i seguenti obiettivi: ripresa delle attività industriali, salvaguardia dei livelli occupazionali, sostegno dei programmi di sviluppo, attrazione di nuovi investimenti e riqualificazione e recupero ambientale.

Soggetti beneficiari
Micro, piccole, medie e grandi imprese ubicate nella aree di crisi ed operanti nei seguenti settori: estrazione di minerali da cave e miniere, manifatturiero (incluse attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli), servizi alle imprese e turistico, costituite in società di capitali, comprese le società cooperative e le società consortili.

Attività agevolabili
Progetti imprenditoriali e creazione nuova occupazione attraverso investimenti produttivi anche a carattere innovativo per la riqualificazione delle aree interessate, la formazione del capitale umano, la riconversione di aree industriali dismesse, il recupero ambientale e l’efficientamento energetico dei siti e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi.

Agevolazioni: fino al 75% delle spese ammissibili, di cui: a) fino al 50% con mutuo agevolato (durata 10 anni + 3 di preammortamento al tasso del 20% di quello di riferimento); b)  fino al 25% con contributi a fondo perduto, e complessivamente entro i seguenti limiti in termini di Equivalente Sovvenzione Lorda (ESL)

Catturatabells

(*) In alternativa è possibile utilizzare il regime de minimis se previsto da apposito Accordo di programma.

I progetti di investimento devono avere costi ammissibili per  almeno 1,5 milioni di Euro, di cui almeno il 25% deve restare a carico dell’impresa beneficiaria (risorse proprie o finanziamento esterno privo di qualsiasi tipo di sostegno pubblico).

[1] L’agevolazione, in base all’art. 25 della L. 15/12/2016 n. 229, è applicabile anche ai comuni delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria colpiti dagli eventi sismici del 24/8 e del 26-30/10/2016 (allegati 1 e 2 alla stessa legge).