L’arte della pietra a Sant’Ippolito

scalpellino

Scalpellini e marmisti operarono nel comune di  Sant’Ippolito (PU), in particolare dal Trecento alla fine dell’Ottocento; ma ancora oggi la tradizione è viva e si rinnova in uno straordinario connubio con la scultura. Sant’Ippolito, fin dal XIV secolo è conosciuto come il “Paese degli Scalpellini”, in virtù del talento artistico e dell’abilità artigianale dei suoi lavoratori di pietra arenaria. Gli scalpellini, (dal nome dell’attrezzo fondamentale per il loro lavoro), oltre a produrre oggetti di uso quotidiano, si dedicavano anche ad opere artistico-decorative: nicchie con immagini della Madonna e dei santi, edicole sacre, cappelle, altari, portali, camini, scalinate, cornicioni, stemmi, che testimoniano il periodo di maggiore attività degli artigiani santippolitesi che va dal XVII al XIX secolo.
L’arte degli scalpellini oggi si è riscoperta grazie all’opera del maestro  Francesco Maria Rossi e all’attività della locale Scuola Media e della Pro Loco. Ancora oggi, la tradizione è viva e si rinnova in uno straordinario connubio con la scultura. In Piazza del Popolo si trova il Museo del Territorio – Arte degli Scalpellini, che ospita un centro di documentazione contenente elementi fondamentali per la conoscenza della realtà degli scalpellini attraverso i secoli, pannelli illustrativi sul lavoro delle cave e una raccolta di attrezzi e strumenti utilizzati per la lavorazione della pietra.
A luglio si tiene l’evento Scolpire in piazza, Simposio di scultura su pietra arenaria”, nel corso del quale numerosi scultori realizzano opere in pietra arenaria, ideate espressamente per progetti di riqualificazione urbana ed ambientale nei piccoli Comuni e nelle aree naturalistiche della Regione Marche.
Il paese è un museo a cielo aperto che lungo le vie, sulle facciate delle case, nelle chiese offre la magia delle opere in pietra create dai suoi scalpellini.

 Scalpellini di Sant’Ippolito: Dario Battistoni; Filippo Ferri