Gualdo

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Gualdo Area interna  Macerata Area Sisma Area GAL Sibilla

Gualdo è un affascinante borgo medievale, che si estende per 22 chilometri quadrati, con evidenti resti di alcuni castelli, oggi scomparsi: il Castello di Cardine che dà il nome ad un’attuale contrada; il Castello Sismondo o Sigismondo, che ancora nel 1300 era una piazzaforte armata. Il Comune di Gualdo, all’interno del circuito dell’anello dei crinalioffre al visitatore la possibilità di godere di una suggestiva vista sui monti Sibillini, di stupendi panorami fino al promontorio del Monte Conero, e di escursioni tra chiese di varie epoche; sebbene oggi, a seguito del terremoto dell’agosto e ottobre 2016, siano presenti numerosi danni, soprattutto nel centro storico. L’incantevole posizione, il favorevole clima collinare, l’ospitalità degli abitanti, le attrazioni turistiche ne fanno una frequentata località di villeggiatura estiva. Con tutta probabilità il centro fu edificato dopo la rovina di Urbisaglia e Falerone, quando i Signori di queste città, per sfuggire all’eccidio dei barbari, ripararono nei vicini monti e cominciarono a costruire i loro castelli in luoghi elevati, per difendersi meglio dalle incursioni dei nemici. Il nome deriva dal longobardo Wald, cioè bosco, di cui tutta la zona era ricoperta. Probabilmente nel secolo X sorse una piccola cinta fortificata che proteggeva le poche case e la chiesa (ce ne sono ancora tracce evidenti). Il Castello di Gualdo fu la fortezza dell’antica e potente casa Brunforte, che l’aveva avuto in possesso dai Bonifazi, nobile famiglia di Monte S. Martino, e che, ormai in decadenza, nel 1319 lo vendette alla Città di Fermo con dispiacere di San Ginesio, che, nemica di Fermo, veniva ad avere troppo vicino un popolo rivale. Infatti per questioni di confine tra Gualdo e San Ginesio ci fu un lungo periodo di contrasti, con furti e omicidi, fino a quando, nel 1484, per intervento del Pontefice Sisto IV, gli arbitri delle due Comunità firmarono una sentenza che fissava i confini al fiume Salino. L’importanza del Castello di Gualdo fu anche determinata dal fatto che nel suo territorio passava il confine tra la diocesi di Camerino e Fermo.

Il territorio comunale ha un profilo collinare e presenta un paesaggio molto bello e suggestivo: campi aperti e chiusi, tutti perfettamente coltivati e delimitati da corsi d’acqua o da filari di piante secolari, o da stradine di ghiaia, o di terra, che  si alternano a boschi e costituisono un mosaico di colori diversi nel susseguirsi delle stagioni. La campagna è costellata di case, alcune isolate e altre raggruppate in piccoli villaggi, dove ancora è possibile trovare i segni di una civiltà rurale antica. Il territorio comunale si presta particolarmente alle escursioni a piedi o a cavallo o in mountain bike, con la possibilità di sostare accanto ad una fontana o ad un’edicola sacra o ad una chiesetta o all’ombra di alberi amici, dove l’occhio trova tanti piccoli incanti su cui posarsi, spaziando sull’orizzonte delimitato dai Monti Azzurri. Fuori dal centro abitato, la campagna è divisa in contrade: Bartolotti, Contro, Marchesi, Morrone, Tomassucci, Scarchi, Valle, Castello, Fanelli, Massignano, Picacchi, Zazza. Fu patria di uomini illustri e famosi come Romolo Murri, la cui Biblioteca Archivio è  a lui dedicata, Iginio Straffi e Claudio Messale.