Carassai | Area interna Ascoli Piceno | Area GAL Piceno |
Il paese di Carassai (Carassà in dialetto carassanese), edificato sul crinale tra il fiume Aso ed il torrente Menocchia, gode di una magnifica vista sulle valli, dal mare Adriatico fino ai Monti Sibillini. Il paese, che dista 16 Km dal mare, è facilmente raggiungibile dalla S.S. 16 Adriatica e dall’Autostrada A14, attraverso le due stradi di fondo valle: da Pedaso con la S.S. Val d’Aso e da Cupra Marittima con la S.P. Valmenocchia. Il territorio dove insiste Carassai fu anticamente controllato dai Longobardi. Le necropoli venute alla luce alla fine del XIX secolo, hanno restituito ceneri umane e frammenti di vasellame molto vicini alla civiltà “villanoviana”. Necropoli, come quella di S.Agata, hanno rivelato la sovrapposizione della civiltà romana su quella picena. Presso la Chiesa di S.Angelo in Piano, è stata rinvenuta una Fornace di epoca romana (III – II sec. a.C.), che sembra sia stata riutilizzata nel Medioevo. Numerose le monete romane rinvenute nel territorio, del periodo che va dal III sec. a.C., al V sec. d. C. Tutti i reperti, di epoca picena o protostorica, soprattutto romana, ed anche se in minor numero, medioevale, sono oggi custoditi nell’Antiquarium Comunale o Museo Civico Archeologico. Altri reperti si trovano nei Musei di Montalto Marche e di Ripatransone, nonché di Ancona. Distrutto quasi completamente durante il Papato Avignonese tra il 1324 ed il 1325 insieme al vicino Castello di Camporo, Carassai subì una seconda distruzione per ordine del Cardinale Albornoz, intorno al 1356. Ma solo il Castello di Carrascale fu ricostruito pare nel 1372; gli abitanti dei due siti, dopo la sconfitta, si riorganizzarono infatti all’interno del Castello Vecchio, dove affluirono anche gli abitanti dell’antica Pievania di S.Eusebio; qui costruirono la nuova Chiesa di S. Lorenzo, che fu da allora il luogo di culto di riferimento per la popolazione carassanese. Attualmente, nel Paese, sono evidenti due nuclei distinti: uno di origine feudale, detto “Castello Vecchio”, che risale al IX–X secolo; l’altro, di origine medioevale, detto “Castello Nuovo”, più tardo, che risale intorno al XIII–XIV secolo. Il Castello Vecchio, a forma circolare di cui resta ancora la Porta di Montagna o Porta Neviera, è caratterizzato dalla tortuosità pittoresca delle stradine proprie del periodo feudale, ed ha il suo riferimento religioso nel Campanile rinascimentale della Chiesa di S. Lorenzo, del XV secolo. La Chiesa, ad un’unica navata, con tre altari, fu ampliata nel 1424 e restaurata nel 1574; la sovrapposta Torre campanaria, fu invece costruita successivamente nel XVI secolo. Il Castello Nuovo, a pianta rettangolare, è caratterizzato invece dall’ampiezza relativamente maggiore delle stradine e vi si accede attraverso Porta Marina. In piazza si notano il meraviglioso Palazzo Comunale dei primi del ‘900, col bel porticato, e la Chiesa Oratorio di S. Monica del 1699, con facciata in stile tardo barocco rococò, restaurata nel 2003-2004, ed adibita ora, a Pinacoteca. Vi si trovano quadri di grande valore artistico. A 4 km da Carassai si erge il Castello di Monte Varmine, del XIV secolo con resti del IX, di probabile origine longobarda, rimasto integro, con le sue mura poderose, l’alta torre dai “merli” ghibellini (35 m.), munita di arciere e piombatoi. E’ uno dei pochi esempi di Fattoria fortificata del Piceno. Pur insistendo sul territorio di Carassai, Rocca Monte Varmine è proprietà del Comune di Fermo, che l’ha ereditata dall’Opera Pia Brefotrofio, insieme ai suoi 700 ettari di terreno.