POR MARCHE FESR 2014/2020 ASSE 3 AZIONE 7.1
Sostegno alle start up, allo sviluppo e alla continuità d’impresa nelle aree di crisi produttiva
Programmi e investimenti ammissibili
A. Progetti di start up d’impresa costituite da non oltre 3 anni ed attive (escluse imprese individuali).
Gli investimenti ammissibili comprendono: spese relative all’immobile (non è ammessa la ristrutturazione e adeguamento di immobili in locazione), attivi materiali anche usati, programmi informatici, attivi immateriali, spese di marketing e promozione, servizi di consulenza.
Il costo complessivo dei progetti: tra € 75.000 e € 400.000.
L’intensità di aiuto è così stabilita: contributo in conto capitale pari al 40% della spesa ritenuta ammissibile per la realizzazione del progetto, elevabile al 50% in caso di start up i cui investimenti siano localizzati in uno dei Comuni di cui alla Carta degli aiuti a finalità regionale ex art. 107.3c.
B1. Progetti di investimento produttivo riconducibili ad uno dei seguenti ambiti di intervento:
- creazione di una nuova unità produttiva da parte di un’impresa esistente;
- ampliamento di un’unità produttiva esistente;
- diversificazione della produzione mediante prodotti aggiuntivi;
- acquisizione di attivi di uno stabilimento che è stato chiuso o sarebbe stato chiuso se non fosse stato acquistato.
B2. Progetti di rilocalizzazione della produzione Made in Italy (Reshoring) volti alla realizzazione di nuovi impianti di produzione, capaci di generare nuova occupazione, aventi un forte impatto economico non solo per l’impresa proponente, bensì per tutta la catena della subfornitura. Le imprese proponenti debbono avere i seguenti requisiti:
- operare nella produzione di beni del made in Italy;
- avere delocalizzato all’estero la produzione, anche se a partecipazione o controllo estero;
- non essere attive, ovvero non avere unità produttiva, in ambito regionale.
Gli investimenti ammissibili comprendono: suolo aziendale e sue sistemazioni (nel limite del 10% dell’investimento complessivo), opere murarie ed assimilate, immobili destinati ad infrastrutture specifiche aziendali, attivi materiali anche usati, programmi informatici, attivi immateriali, servizi di consulenza (max 5% del totale).
Il costo complessivo dei progetti: tra € 150.000 e € 1.500.000.
L’intensità di aiuto è stabilita in base alla dimensione dell’impresa. Per approfondire cliccare qui.
C. Progetti di innovazione dell’organizzazione dell’impresa, solo in funzione sussidiaria e complementare a progetti di investimento produttivo di cui al punto b).
Gli investimenti ammissibili comprendono: strumenti, attrezzature e macchinari di nuova fabbricazione, costi di ricerca contrattuale, costi dei materiali direttamente imputabili al progetto di innovazione, spese relative al personale dipendente, limitatamente a ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario (max del 15% del totale delle spese ammissibili).
Il costo complessivo dei progetti: non potrà superare il 20% dell’ammontare del progetto nel suo complesso (investimento produttivo + innovazione dell’organizzazione).
L’intensità di aiuto è così stabilita: contributo in conto capitale pari al 50% del totale dei costi e delle spese ammissibili riferite al progetto di innovazione.
D. Progetti di trasferimento d’impresa (over 60) volti a favorire la continuità aziendale e lo sviluppo dell’impresa in transizione mediante percorsi di gestione del trasferimento della proprietà aziendale sia verso eredi o successori individuati in ambito familiare, sia verso acquirenti interni (lavoratori) o verso il management.
Gli investimenti ammissibili comprendono: acquisizione di servizi di Temporary Management, attività di formazione tramite voucher per percorsi formativi Catalogo regionale FORMICA, attivi materiali anche usati, programmi informatici, attivi immateriali, sostegno finanziario all’operazione di trasferimento di impresa come oneri notarili ed altri costi connessi al capitale sociale, progettazione piano di sviluppo dell’impresa (max 2% del totale delle spese ammissibili).
Il costo complessivo dei progetti: tra € 100.000 e € 300.000.
Intensità di aiuto: consultare la tabella al seguente link.
Soggetti beneficiari
Possono partecipare al bando le imprese (micro, piccole e/o medie anche cooperative, con:
– unità produttiva sede dell’investimento ubicata in una delle tre aree di crisi;
– attività economica, principale o secondaria di cui ai codici ATECO 2007 indicati;
– programma occupazionale finalizzato al mantenimento e/o incremento dell’occupazione.
Aree ammissibili
Area di crisi Pesaro-Urbino
Area di crisi Merloni
Area di crisi del Piceno
Tempi di realizzazione dei progetti
I progetti di investimento debbono essere avviati il giorno successivo alla presentazione della domanda formale di partecipazione e comunque al massimo entro e non oltre 30 giorni dalla data di ricezione della comunicazione della concessione delle agevolazioni.
In ogni caso i singoli progetti debbono concludersi non oltre il 24° mese dalla data di avvio del progetto.
Incremento occupazionale
I progetti presentati da start up e i progetti di investimento produttivo per la rilocalizzazione (Reshoring) totale o parziale della produzione del Made in Italy nel territorio regionale debbono prevedere necessariamente, ai fini dell’ammissibilità a contributo, un incremento dell’occupazione di una unità a tempo indeterminato e a tempo pieno ogni 200.000,00 euro di investimento.
Dove trovare maggiori informazioni
I bandi a valore sul FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) della Regione Marche sono disponibili sulla sezione del sito dedicata.
ALTRI INTERVENTI PER L’ADP MERLONI: ITI FABRIANO
La Regione Marche per l’AdP Merloni ha anche predisposto altro strumento: Progetto complesso di Investimento Territoriale Integrato (ITI) strategico a sostegno all’Area di crisi del Fabrianese”
Attraverso il concorso dell’ASSE 1 – Ricerca, ASSE3 – Competitività e ASSE 4 – Energia del POR FESR e Asse 1- Occupazione del POR FSE, l’azione agirà su una parte circoscritta dell’area interessata dall’Accordo di programma ex Antonio Merloni, ovvero quella più contigua al comune di Fabriano e considerata più depressa anche in base agli indicatori comunitari della carta degli aiuti a finalità regionale (si fa riferimento in particolare ai comuni di Fabriano, Sassoferrato, Genga, Cerreto d’Esi e Matelica), contribuendo alla riattivazione dei canali di comunicazione e rilevazione dei fabbisogni produttivi tra le grandi e medie aziende da una parte e le piccole e micro aziende del territorio dall’altra, intervenendo non soltanto sulla manifattura tradizionale, ma anche in tutti i settori coperti dalla strategia di specializzazione intelligente regionale.