Sassoferrato

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Sassoferrato Area crisi AdP Merloni Area GAL Colli Esini Area interna – Basso Appennino Pesarese e Anconetano

Sassoferrato sorge presso le rovine dell’antica città umbro-romana di Sentinum, di cui si ammirano ancora sul posto grandiose vestigia. Teatro, nel 295 a.C., della celebre “Battaglia delle Nazioni” che sancì la vittoria dei Romani contro la lega dei Gallo-Sanniti. Vi morì il console Decio Mure, votatosi agli Dei. La città, data alle fiamme dalle forze di Ottaviano durante la guerra dei Triumviri nel 41 a.C., fu ricostruita in forma migliore per volere dello stesso Cesare Augusto e vi presero residenza molti suoi veterani che avevano ricevuto in dono le migliori terre dell’agro sentinate. La città scomparve tra l’VIII e il X secolo, non per violenza nemica, ma abbandonata dagli abitanti, decimati dalla fame e dalla peste, incapaci di difenderla dalle irruzioni nemiche, specialmente dei feroci Ungari. Nel 1150 circa, su di un’altura poco distante, un conte di nome Atto, proveniente dal Castello di Galla, presso Genga, fondò un castello, a cui dette il nome di Sassoferrato. Il castello non tardò a diventare un paese, poiché i discendenti dei vecchi sentinati scesero dai loro rifugi montani e vi costruirono le loro case con materiale preso dalla vecchia città. Il Paese fu soggetto ai Conti Atti fino al 1460, quando diventò libero comune, assumendo da subito la fisionomia di città fortificata che doveva avere imponenti mura di cinta in doppia cintura, delle quali ancora oggi rimangono resti evidenti. Dal 1457 l’ordinamento legislativo era raccolto in uno Statuto che ha regolato la vita della città fino al 1827, anno in cui venne redatto un Regolamento Pontificio in sostituzione del vecchio Statuto. Nei secoli che seguirono la vita di Sassoferrato è comune a quella di tanti altri centri simili. Nel corso dei secoli si sviluppò una vasta e varia attività artigianale di lavorazione del ferro, di estrazione della pietra, di conceria, di vasellame in terracotta, di fusione campanaria, di fabbricazione di chiodi e negli ultimi decenni del 1800 si intrapresero ricerche minerarie. L’attività di estrazione in funzione commerciale ebbe inizio nel 1888 e si concluse tra il 1950-60, con conseguenze disastrose per l’economia del territorio che conobbe un progressivo spopolamento. Segnarono momenti di ripresa l’istituzione del Calzaturificio Vainer, lo stabilimento della Merloni e la Cartiera del Sentino. Negli ultimi decenni altre industrie hanno dato ulteriore impulso all’economia locale. La presenza di numerose realtà produttive, unita alla vivibilità del territorio, hanno contribuito ad un progressivo aumento della popolazione residente che ha superato le 7.800 unità.
La città vanta anche tesori d’arte e beni culturali frutto dell’intelligenza, della creatività e della genialità di uomini illustri che qui sono nati. Personaggi come il giurista Bartolo, l’umanista Niccolò Perotti e il pittore Giovan Battista Salvi hanno dato lustro, con la loro sapienza e le loro opere, all’immagine di Sassoferrato nel mondo. La città è ricca di testimonianze storiche ed artistiche: la Civica Raccolta d’Arte comprende ventisei pregevoli dipinti databili dal Quattrocento alla fine del Settecento,  il Museo Civico Archeologico  con preziosi reperti provenienti dall’antica città di Sentinum, il  Museo delle Arti e Tradizioni Popolari come archivio, raccoglie e conserva le testimonianze di un tempo e di una civiltà, al fine di favorire la ricerca storica della cultura agricola e artigianale della gente e del territorio sassoferratese e oltre. Una raccolta che permette al visitatore di recuperare la cultura locale attraverso le diverse manifestazioni creative dell’uomo, quali le tradizioni popolari, gli antichi mestieri, gli oggetti del vivere quotidiano di ieri. Questa raccolta, ispirandosi alle indicazioni della moderna museologia, si costituisce anche come laboratorio e spazio aperto all’incontro, alla partecipazione, ed al dibattito dell’attualità culturale e dei valori della tradizione. Anche l’architettura mostra i segni di un nobile passato: la trecentesca Rocca Albornoz, che domina dall’alto il centro cittadino. Massiccia costruzione militare risalente al XIV Sec., rappresenta il simbolo della città, sia per la sua imponente collocazione in posizione dominante, sia per la sua storia. E’ stata fatta erigere nel 1365 per ordine del Cardinale Egidio Albornoz, legato papale, con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati alla famiglia degli Atti di Sassoferrato. Restaurata in diverse epoche, la Rocca costituiva un bastione difensivo di grande importanza per tutta la zona. Grazie agli ultimi restauri se ne ammirano ancora i resti imponenti. Le numerose chiese, gli edifici pubblici, gli angoli medievali della parte più antica del capoluogo, il Castello, “accompagnano” il visitatore in un suggestivo itinerario che riconduce al vissuto della città e del suo territorio.