Cagli

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Cagli  si trova ai piedi dei monti Catria e Petrano e dista pochi chilometri da Acqualagna. Città murata dall’apparente austerità con edifici monumentali che si ergono compatti e severi, forse a rispondere alla rigorosa lezione di San Pier Damiani: il priore della vicina abbazia di Fonte Avellana che nell’XI secolo bollava l’architettura vistosa come una superbia oculorum. Dalle fabbriche monumentali e dalle piazze che ritmano gli spazi urbani lo sguardo è attratto dal verdeggiante Appennino: mirabile quinta di ogni scorcio che in autunno, con le cromie dal giallo al rosso, diviene protagonista del foliage. Dalla storia di questa cittadina sappiamo che nel VI secolo costituiva uno dei capisaldi della Pentapoli bizantina ed è ripetutamente menzionata negli itinerari di epoca romana. La sua espansione ebbe a seguire i confini della giurisdizione della diocesi di Cagli che in Greciano (IV secolo) annovera il suo primo vescovo. Parzialmente distrutta dal fuoco, appiccato dai ghibellini nel 1287, la città è traslata, dalle propaggini di monte Petrano, e ricostruita ex novo sul pianoro inglobando il borgo preesistente. L’avanzato tessuto urbanistico avrebbe fornito spunti a Leon Battista Alberti per tracciare il disegno della Città ideale. Furono soprattutto le manifatture, consistenti in particolare nella lavorazione dei panni di lana (più tardi anche della seta) e nella concia delle pelli, che sviluppatesi notevolmente sotto i duchi d’Urbino sostennero lo sviluppo economico della città. La devoluzione del Ducato d’Urbino allo Stato Pontificio, del 1631, assoggetta Cagli alla medesima politica economica dettata per le Marche: in primis l’agricoltura cerealicola. I bassi rendimenti nelle aree appenniniche avrebbero comportato un inarrestabile arretramento economico. Accade che la città, lentamente, esce dai nuovi percorsi della storia dell’arte. Il consistente patrimonio storico-artistico, che era stato deturpato dal violento terremoto del 1781, subisce i vari ‘saccheggi’ napoleonici. L’Unità d’Italia accende gli animi anticlericali. La costruzione della ferrovia Fano-FabrianoRoma, l’erezione del nuovo Teatro Comunale e nuovi spazi pubblici danno consistenza alla visione progressita. Accanto a ciò si apre il capitolo delle spoliazioni delle confraternite e dei monasteri confiscati. La distruzione della ferrovia ad opera dell’esercito nazista nel 1944 e la perdita del ruolo di grande arteria di collegamento della Flaminia segnano per Cagli e le vallate un lungo periodo di declino che si arresta e muta direzione, infine, sull’ultima parte del secondo Millennio. La cultura barocca  ha avuto in Cagli larga eco, tante sono le trasformazioni di chiese e palazzi prodotte nel Seicento e nella prima metà del Settecento. In questo processo di stratificazione del patrimonio storico-artistico, è stato fortemente coinvolto il massimo pittore settecentesco del territorio: Gaetano Lapis. Incamminandosi nel centro storico della città, è possibile far visita ai diversi palazzi storici di paese. Sono aperti al pubblico il Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli, il Felici, il Palazzo Pubblico, il Preziosi Brancaleoni ed anche il Palazzo Tiranni-Castracane. Cagli offre anche storici reperti nel suo Museo di Archeologia e della Flaminia. Oltre a questo ci sono anche il Museo Centro di scultura contemporanea torre martiniana e il CESCO – Il filo di Canova (Centro di Documentazione del Disegno e Maquette della Scultura Contemporanea). Durante l’anno si susseguono manifestazioni ed eventi legati alla tradizione, alla storia e ai prodotti enogastronomici:  Distinti Salumi  è uno degli appuntamenti più attesi. Cagli apre i suoi antichi palazzi nobiliari, e li trasforma, nelle tre giornate della Rassegna, in sale di degustazione, percorsi didattici, educazioni sensoriali, esperienze tattili, visive ed olfattive e interattive insieme a momenti di grande passione nell’assaggio dei sapori più tipici di questa terra. Poi c’è la Festa della Pipa   e il Palio storico Giuoco dell’Oca,  altri due eventi rinomati, che hanno fatto conoscere Cagli in tutto il territorio nazionale.