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Il comune di Force è situato tra la valle dell’Aso, Val Tesino e la Vallata del Tronto, e molto probabilmente deve il suo nome proprio a questa particolare posizione geografica. Il borgo antico, fondato come fortificazione, nel V secolo, dagli abitanti dei paesi vicini per sfuggire alle invasioni barbariche dei Goti e dei Longobardi, conserva l’imponenza dell’antico castello medievale, documentato da alcuni resti di mura e dalla porta/torre di San Francesco, costruita nel XIV secolo, come punto di vedetta sulla strada che da Force conduceva ad Ascoli. Attorno all’800 in una cronaca farfense, viene citato il Monastero di S. Salvatore in Aso nel comune di Force, fondato su antiche rovine di insediamenti romani in seguito distrutto; questo centro monastico dopo il mille divenne tra i più importanti centri del Presidiato Farfense. Sulla facciata esterna della porta-torre di San Francesco si conservano importanti lastre tufacee, su una delle quali la più antica rappresentazione dello stemma Comunale (scudo contenente due pezzi di catene disposti a Croce di S. Andrea). Porta S.Francesco era solo una delle tre porte d’accesso al paese, il quale da sempre fu cinto da mura per una lunghezza complessiva di quasi 8 km. Un’altra porta si è conservata nella parte ovest del paese, in via della Piagge; la porta omonima è stata però rimaneggiata. La terza ed ultima porta, oggi non più esistente, si apriva proprio dinanzi al Villino Verrucci. Da porta San Francesco si arriva alla chiesa di San Francesco, riedificata nel 1882, su progetto del celebre architetto Giuseppe Sacconi, che conserva tracce della costruzione romanica nella torre campanaria e nei leoni stilofori, oggi all’ingresso della canonica. Per il Monastero Francescano lavorò anche il pittore Veneto Carlo Crivelli: del trittico dipinto, purtroppo oggi smembrato, è stato possibile rintracciare solo due tavole. La tavola centrale ritrae la Madonna seduta in trono con il bambino, conosciuta anche come “Madonna di Force“, che oggi viene custodita nei Musei Vaticani; una riproduzione a misura naturale è stata collocata nella chiesa forcese. La seconda tavola, di più piccole dimensioni, che era collocata nella parte centrale della predella, si può ammirare nel museo del Louvre a Parigi. Nella piazza principale sorgono il settecentesco palazzo comunale: un’elegante costruzione in cotto con Torre Civica, sorta sul finire del secolo XVII. Il palazzo venne edificato nel luogo in cui un tempo sorgeva l’imponente castello di Force; e la Collegiata di San Paolo, antica chiesa farfense di cui resta solo l’abside romanica e il palazzo del priorato, elevata a insigne Collegiata da Papa Urbano VIII nel 1632. Accanto al palazzo del priorato, dal belvedere si può ammirare un panorama sui Monti Sibillini e su tutta l’alta valle dell’Aso. Un esempio rilevante di architettura civile del centro abitato forcese è il palazzo Villino Verrucci. Edificato nel 1935 in stile liberty, fu voluto dal celebre architetto Ernesto Verrucci Bey, nato a Force nel 1874. Il Verrucci, assieme all’importante titolo di Bey, ricevette dallo Stato Italiano la medaglia d’oro del governo d’Italia per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Alcune attività ricettive: Hotel/Ristorante La vecchia Posta; Agriturismo Ramusè di Ciccioli Paolo; ecc., insieme all’associazionismo (Polisportiva, Pro Loco, Motoclub Force, Corale Beata Assunta Pallotta), ed in collaborazione col Comune di Force, attraverso l’iniziativa “antichi sapori”, per tre giorni riportano il paese indietro di anni. L’iniziativa nasce dal desiderio di far rivivere le vecchie tradizioni e dalla volontà di valorizzare l’antico mestiere dei ramai. Il centro storico si trasforma in un Borgo medievale. Nelle sue strade e piazze del centro storico, torna a rivivere la magica atmosfera del passato enogastronomico: degustazione di fagioli con le codiche, polenta, fusilli al fumè, cacciannanze, arrosticini, frittellitti, fegatelli, bruschette, crescette e dolci tradizionali annaffiati da vino e accompagnati da mistrà. Un ritorno al passato anche attraverso la presenza delle vecchie botteghe artigiane, dedite alla lavorazione a mano del rame, con i ramai che lavorano ed espongono i loro oggetti in rame all’attenzione dei visitatori e turisti, e momenti di rievocazione storica.