Porto San Giorgio

porto-san-giorgio-mare-marchePorto San Giorgio è una cittadina costiera delle Marche confinante su tre lati con il comune di Fermo e ad est con il Mare Adriatico.

E’ una località balneare dalla spiaggia di sabbia finissima, con numerosi stabilimenti balneari e svariate strutture ricettive; con una pista ciclabile e una marina  ben attrezzata che offre ai diportisti il piacere di un porto sicuro per una nautica di alto livello. Il lungomare è impreziosito da palme centenarie, con pavimentazioni e illuminazioni a cui fanno da suggestiva cornice una schiera di villini liberty, realizzati nei primi anni del Novecento, e altre interessanti ville di recente costruzione.  Tra queste vanno citate Riva Fiorita, Villa Anna e il Villino Tomassini. Passeggiando per la città se ne trovano diverse, quasi in ogni via, come ad esempio la preziosissima Villa delle Rose. Un altro edificio di notevole interesse è Villa degli Oleandri (Riva Fiorita); di proprietà comunale, immersa in un ampio giardino, oggi ospita il Museo del mare.

Nel mese di agosto la “Festa del Mare” ha come protagonista il pesce del proprio mare: quintali di calamaretti e sarde vengono fritti nella Padella Gigante dell’Adriatico, e distribuiti ai partecipanti. La celebre Padella da Guinness dei primati, il cui manico misura 8 metri, con un diametro di 6 metri; all’interno vengono versati 1000 litri di olio, che viene portato ad una temperatura di 180° da 32 becchi con 100 fuochi ognuno, sviluppando 360.000 Kcal/h. La Padella ha viaggiato molto: è stata in Germania, Austria, Svizzera, e in molte località italiane quali, Roncone nel Trentino, Staffolo, Ancona, Amelia, Senigallia, Colmurano, Riccione, Fano, Roseto degli Abruzzi, Ascoli Piceno, Bastia Umbra, Ladispoli, Fiumicino. La storia della Festa del Mare, vuol ricordare un fatto accaduto il 7 aprile 1795, quando i pescatori decisero di indire uno sciopero verso i “Paroni” delle barche che non intendevano aumentare la paga, ed esasperati dai continui aumenti dei prezzi del grano, della farina e del formentone.  Decisero di non andare in mare fino a quando il Governatore della vicina Fermo, Caracciolo, non avesse deciso prezzi più bassi per i generi alimentari, e i padroni non avessero aumentato il salario. I tre capi della protesta, preoccupati dalle conseguenze sui bilanci famigliari della cessata attività, proposero di unire le riserve alimentari di tutte le famiglie, e di consumarle insieme sulla spiaggia. A tale scopo venne ordinata la costruzione all’artigiano Tommaso Mostarda, di un’enorme padella adatta per servire la moltitudine di paesani. Le richieste dei pescatori dopo qualche tempo vennero accolte e ripresero l’attività.