Anice verde

ciambelle anice castignanoCastignano, antico borgo, molto spesso associato all’aroma della Pimpinella Anisum, più conosciuta come anice verde. Questa delicatissima e affascinante ombrellifera, da secoli apprezzata sia in gastronomia che in farmacopea, è arrivata dal Medio Oriente ad adornare l’articolato paesaggio di Castignano, località che vanta da moltissimi anni la produzione di anice verde più apprezzata per qualità organolettiche. La conformazione del terreno di  Castignano, argilloso, calanchivo e in pendenza, unita ad una particolare esposizione solare, rappresenta la condizione ideale per la crescita di questa pianta, ingrediente prediletto, prima del mistrà (un distillato che per tradizione si realizza anche in proprio per distillazione alcolica e appunto aromatizzazione, a base di anice, altre erbe e frutti), e poi della famosissima Anisetta Meletti, il noto liquore all’anice prodotto nella vicina Ascoli Piceno e che deve il suo gusto elegante proprio all’anice verde di Castignano, che da decenni è tra i simboli internazionali della migliore italianità. Essa è dotata di un profumo e un sapore aromatico molto particolare e persistente, differente rispetto alle altre tipologie di anice verde per l’alto contenuto di anetolo, che la rende molto pregiata. I semi di anice non mancavano mai nella dispensa delle famiglie castignanesi ed erano utilizzati per aromatizzare l’orzo abbrustolito o il caffè o impastati con la massa per ricavarne profumati biscotti e ciambelle all’anice, tra i prodotti più rappresentativi della gastronomia castignanese. Oggi, l’evoluzione dei mercati, la concorrenza rappresentata da Asia e Medioriente e la complessità dei procedimenti di coltivazione, hanno provocato una diminuzione di questa tradizionale coltura. Tuttavia, il rischio di estinzione di questa preziosa specie è scongiurato grazie all’opera di alcuni produttori e da diverse politiche e iniziative di valorizzazione e riscoperta dell’anice verde.